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:: GUIDA EPISODI | #6.16
"THAT WAS THEN" ::
Ecco in italiano le traduzioni di tutti dialoghi e le
foto di alcune scene dell'episodio.
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"That was then - Il passato è passato" |
PROLOGO
01. INTERNO. APPARTAMENTO DI PACEY E JACK - SERA
[Pacey è seduto sul
divano di fronte alla sua televisione a schermo gigante
riparata che fa zapping fra i vari canali.]
Televisione: Se tu fossi davvero gentile, io potrei
appoggiarti la borsa là sopra.
[Cambia Canale]
Televisione: Che succede? Chi è questo ragazzo, Vicki?
[Cambia Canale]
Televisione: Per collezionare il necessario—
[Cambia Canale]
Televisione: Ahh!
[Cambia Canale]
[Pacey si alza e con un salto scavalca il divano e va verso la
finestra, la apre e guarda l'Hell's Kitchen
dall'altra parte della strada.]
Televisione: Il guaio è che tu potresti sposare uno di
noi...
[Pacey spegne la televisione con il telecomando, poi afferra
la giacca e va verso la porta. Lui la apre, e di fronte vede
Joey, che stava per bussare.]
Joey:
[Schiarendosi la voce] Cattivo tempismo? Tu stai per uscire.
Pacey: Uh, no.
E'... un tempismo cosmico. Stavo per andare da te.
Joey:
Davvero?
Pacey:
Sì. Sì. Speravo, uh, speravo che noi saremo potuti rimanere
in piedi sentendoci in imbarazzo sulla porta di casa, e uh,
per me sta funzionando alla grande.
Joey:
Non è imbarazzante, Pacey.
[Un lungo silenzio]
Joey: [Sospira]
Che ne dici se entro dentro?
Pacey:
Ottima idea. Entra. Uh... posso offrirti qualcosa? Vuoi
qualcosa da bere?
Joey: Uh, no,
sto bene.
Pacey:
Sei, uh, sei affamata?
Joey:
Sai cosa sarebbe bello?
Pacey:
Una pizza? E' buffo. A dir la verità anch'io stavo pensando
alla pizza.
Joey:
Sarebbe bello se noi smettessimo di essere così cortesi.
Pacey: Oh.
Sai, a dir la verità, sono molto contento che tu l'abbia
detto, perché per settimane mi sono preparato ad abusare di
te emotivamente. Volevo solo essere sicuro che tu fossi
pronta.
Joey: Pacey.
Pacey: Ok,
la smetto. [Ride]
Joey:
Tu lo rimpiangi?
Pacey:
Quale parte?
Joey:
Tu rimpiangi di avermi detto quello che mi ha detto?
Pacey:
Immagino che in realtà... dipenda dal fatto che tu abbia o
non abbia rimpianto di averlo sentito.
Joey:
E' difficile rimpiangere di aver sentito qualcosa che è già
stata nell'anticamera del tuo cervello. Ma... penso di
rimpiangere la realtà come... solo come concetto generale.
Pacey:
Davvero?
Joey:
Ricordi quando da bambino leggevi "Scegli i tuoi libri
d'avventura"?
Pacey:
Beh... [Ride] ... Entrambi sappiamo che io ero un noto
illetterato fino alla prima superiore.
Joey:
Giusto. Ok. Bene... io mi ricordo, ma... imbrogliavo. Ogni
volta che un capitolo non andava nel modo in cui volevo, io
non lo finivo nemmeno. Ritornavo semplicemente all'inizio fino
a quando... avevo il lieto fine.
Pacey:
Sì. Lo fanno tutti.
Joey:
Sì, ma non è esattamente il modo più realistico di vivere
la tua vita.
Pacey:
Ma--aspetta, cosa ti fa pensare che una falsa mossa rovinerà
tutta la nostra storia?
Joey:
Il passato.
Pacey:
Sì. Questo era allora. Joey... Sono serio. Adesso siamo più
maturi. Voglio dire, non è che io scapperò dalla porta se
non mi piace la tua scelta.
Joey: Ok.
Beh, allora... di cosa hai paura?
Pacey:
Perché la--l'intera ... possibile situazione sia solo un
brutto scherzo.
Joey:
Non mi piace questo capitolo. E' troppo negativo.
Pacey:
Beh ... immagino che forse stia solo cercando di esaurire
tutti i possibili scenari, perché voglio essere certo che tu
sia cresciuta abbastanza per stare insieme senza dover sempre
ripetere la nostra storia. Perché ... mi piacerebbe davvero
guardare al nostro futuro.
[Joey si siede sullo schienale del divano e Pacey prende
una sedia e si siede di fronte a lei.]
Joey:
Tu vuoi ricominciare da zero.
Pacey:
Beh ... si e no. Non voglio che le mie offese precedenti mi si
ritorcano contro.
Joey:
Beh ... voglio dire, siamo d'accordo che tu ed io abbiamo ...
sai, detto delle cose- e fatto delle cose che ...
rimpiangiamo, ma ... siamo cambiati, non credi?
Pacey:
Si. Si.
Joey: [Sospira]
Pacey:
Allora io andrò ... a pensare ad alcune cose. E ... tu andrai
a penserai ad alcune cose. E probabilmente dovresti andare
adesso prima che perde la capacità di pensare con chiarezza a
queste cose.
Joey:
Beh ... va bene. Ma ... Pace, non lo so. Insomma, non pensi
che ... questo sia un po' troppo delicato da affrontare senza
un piano?
Pacey:
Un piano. Beh ... uhm, sai, io ... [Ride] apprezzo il fatto
che tu sia una schiava dell'organizzazione, ma non sono certo
di come stabilire le decisioni che cambiano la vita.
Joey:
Quello che intendevo...
Pacey: [Ride]
Joey:
... è che ... sai ... io potrei chiamarti, oppure tu potresti
chiamare me e vedere come—
Pacey:
Giusto. Come se tu non avessi mai avuto bisogno di una scusa.
[I due ora sono più vicini, e Pacey si avvicina lentamente
per baciarla, ma prima che le loro labbra si sfiorino, Joey si
volta.]
Joey:
Dovrei andare.
Pacey:
Certo. [Ride e sospira]
Joey:
Che mi dici di quella pizza?
Pacey:
Beh, quella sarebbe una storia completamente diversa.
[Sigla d'Apertura]
02. ESTERNO. CAMPUS
DEL WORTHINGTON - GIORNO
[Joey ed il professor Heston
stanno andando insieme in classe, ed Heston sta convincendo
Joey ad aiutarlo per una faccenda.]
Heston:
Avanti, Potter. Di certo sa quando sia difficile procurarsi un
incontro con un membro della Facoltà di Sociologia. Voglio
dire, queste donne sono astute e stravaganti e mi guardano
come se fossi l'ultimo caso di studio sul fallimento dell'uomo
moderno.
Joey:
Pensavo avesse rinunciato alle donne visto il suo ultimo
disastro.
Heston: Oh,
l'avevo fatto, soprattutto dopo aver trascorso del tempo con
Harley ed aver capito quanto malvagio sia il gentil sesso sin
dal concepimento, ma avanti, ammettiamolo, se non lo facessi
adesso, morirei da solo in una vecchia casa. Quindi, che mi
dice? Alle 3:30 voi ragazze potete studiare, e io posso
cercare di trovare una camicia button-down di questo decennio.
Joey:
Va bene. Ok? Ma non sono d'accordo con la faccenda
dell'appuntamento. Penso che per lei sia arrivato il momento
di guardarsi dentro.
Heston:
Lei è così saggia sin da quando la distanza l'ha lasciata
single. Ehi, nemmeno io sono d'accordo di sguinzagliare Harley
ancora a lei. In questi giorni mi è sembrata troppo confusa.
Penso si droghi.
Joey:
Si chiamano ormoni. Io non mi preoccuperei.
Heston:
Io sono--io sono molto preoccupato per lei. Lei--lei ha delle
foto di ragazzi sul soffitto proprio sopra il suo letto.
Voglio dire, perché là, Potter? A quale scopo suppone
che servano quelle fotografie in quella particolare
collocazione?
Joey: Professor
Heston, Harley è del tutto normale. Uno potrebbe persino
preoccuparsi che lei sia un cliché.
Heston:
A me non piace che lei sia una ragazza normale. Ho corrotto
molte di loro, e loro farebbero di tutto per non essere
normali. Voglio che assomigli a lei. Sa, ansiosa, studiosa,
incline a stare con i ragazzi che vivono lontano, molto
lontano.
Joey:
La ringrazio.
Heston:
Allora, niente ragazzi in casa oppure che telefonino a casa
oppure che si fermino mentre stanno camminando vicino casa.
Joey:
E' meglio che stia attento, lo sa. La deviazione sessuale
potrebbe non essere nei pensieri di Harley, ma se continua ad
essere così restrittivo nei suoi confronti, lei capirà che
esiste qualcosa di divertente e impertinente che a quanto pare
si sta lasciando sfuggire.
Heston:
Si, ho già accettato il fatto che io sia impotente contro i
ragazzi alpha del liceo. Non posso combatterli, quindi
costruirò un fossato attorno alla casa. Che mi dice di lei?
Lei aveva un ragazzo al liceo, giusto? Che tipo era?
Joey:
Le persone cambiano.
Heston: 3:30, Potter.
Ehi, e lasci perdere la sua mente aperta a casa. Non voglio
che lei macchi Harley con tutto quel libero arbitrio e il
tirar fuori il meglio dalle persone e tutto il resto.
03. ESTERNO. DI FRONTE AL CAPESIDE HIGH SCHOOL - GIORNO
[Dawson è in piedi di fronte all'ingresso principale, poi il
professor Gold si avvicina a lui.]
Prof. Gold: Dawson Leery, questa è la tua vita.
Dawson:
Era proprio quello che stavo pensando. Come sta Sig. Gold?
Prof. Gold: A parte la natura surreale delle cose,
bene. Grazie per esser venuto qui oggi, Dawson. La classe è
molto emozionata. Hai dato loro una speranza per evadere.
Dawson: Ah,
quindi non si sono soffermati a pensare sul perché io sia
tornato.
Prof. Gold: Penso che loro credano di essere solo un
pit stop tra un progetto e l'altro.
Dawson:
Sarebbe bello.
Prof. Gold: Le cose vanno a rilento?
Dawson: Eh.
Beh .. diciamo che stavo cercando di trovare un modo per dire
a quei ragazzi come raggiungere il successo così ho deciso
di guardare tutti i miei vecchi film. Mi sono chiesto perché
non mi sono iscritto alla facoltà di legge.
Prof. Gold: Mi sembra che tu sia pronto ad affrontare
la mia classe. Andiamo, Dawson.
04. INTERNO. UFFICIO DI PACEY - GIORNO
[Pacey è al telefono con un cliente.]
Pacey: No, Marty,
la ringrazio, mi creda. Va bene. Le parlerò presto. Le passo
la mia segretaria. Bene. Arrivederci.
[Pacey riaggancia e suona l'interfono.]
Interfono: Sig. Witter?
Pacey:
Si, Liz, cos'hai per me?
Interfono: Ha una chiamata sulla linea uno. Penso sia—
Pacey: Ok,
grazie.
[Pacey alza la cornetta del telefono.]
Pacey:
Pronto. Pacey Witter. Cosa posso fare-- ehi, come stai? Ok,
uhm, in quale ospedale siete? Va bene. Sto arrivando. Va bene.
Ciao.
05. INTERNO. OSPEDALE DI CAPESIDE - GIORNO
[Doug è appoggiato al bancone che si sfrega gli occhi, quando
Pacey cammina per il corridoio dietro lui. Pacey si guarda
intorno, vede Doug e si avvicina a lui.]
Pacey: Doug, Doug,
ehi. Dove è?
Doug:
L'hanno appena portato giù per fargli delle analisi, ma è in
piedi, Pace. Per lo meno cammina. Ho mandato tutti gli altri a
casa. La mamma era esausta, e non la biasimo.
Pacey:
Questa è la sua camera?
Doug:
Si. Si. Stanno per tornare.
[Pacey guarda dentro la camera.]
Pacey:
Uhm, Dougie, chi è quel vecchio? Quella è la sala d'attesa
per l'obitorio o cosa?
Doug: Pacey,
non ti siediti?
Pacey:
Perché non gli avete preso una camera privata?
Doug:
Ascolta, ci abbiamo provato, ok? Erano tutte complete. Non
c'era il tempo per discuterne.
Pacey:
Beh, adesso l'abbiamo, giusto? Ad ogni modo, che tipo di
analisi gli stanno facendo?
Doug:
Solamente analisi di routine, Pacey.
Pacey:
Cos'era un attacco di cuore?
Doug: No,
non esattamente. L'hanno chiamata Aritmia accelerata. Non
capisco molto della scienza medica—
Pacey:
Beh, dove posso trovare qualcuno che mi sappia dire di che
diavolo parlano?
Doug:
Sai una cosa, Pacey? Mi piacerebbe sedermi e raccontarti
tutto. Infatti, questo è quello che avevo intenzione di fare,
ma tu non puoi piombare qui e accusarmi di non sapere di cosa
sto parlando visto che sono stato qui per tutto il giorno.
Pacey:
Ehi, Doug, sarei arrivato qui prima se tu mi avresti chiamato
prima.
Doug:
Mi dispiace, ma siamo stati molto occupati. Stavo cercando di
non far venire un esaurimento nervoso a tua madre e tua
sorella mentre guardavamo nostro padre esser trasportato in
ambulanza. Quindi mi dispiace se le cose non sono abbastanza
buone per il futuro membro di Wall Street ma alcuni di noi
erano concentrati su cose più importanti, come il fatto che
papà sia sopravvissuto.
[Doug si volta e va via.]
06. INTERNO. AULA DEL PROF. GOLD - GIORNO
[Dawson e la classe hanno appena finito di guardare il film
che lui e Todd hanno girato, Wicked Dead. E gli studenti
applaudono.]
Dawson:
Allora ... avete delle domande?
Studente
1: Todd Carr
è davvero colui che ha diretto il film, giusto?
Dawson:
Si. Si. Lui ha diretto tutto. Eccetto-- eccetto il finale, a
dir la verità, che è drasticamente differente—
Studente
2:
Todd Carr è il regista noto per i suoi video musicali pieni
di nudità gratuita e i festini occasionali, ma lei è più un
sentimentale realistico, giusto?
[Dawson guarda il Sig. Gold che sorride.]
Dawson:
E' questo quello che si dice in giro?
Prof. Gold: Ho colto l'opportunità di mostrare ai
ragazzi alcune copie dei tuoi primi lavori. Sai, per fare un
piccolo paragone e confronto.
Dawson: Uh-huh.
Studente
2:
Allora, quando si ha a che fare con uno stile diverso, e si
deve aggiustare il lavoro di qualcun'altro, non è un grande
sforzo non metterci del proprio?
Dawson:
Fortunatamente, conoscevo Todd molto bene, ci abbiamo lavorato
per tanto tempo, l'abbiamo finita con l'avere la stessa
visione.
Studente
2:
Lei pensa che sia una buona cosa, dato che il film è uscito
direttamente per la tv via cavo? E che lei non sia andato alla
scuola di cinematografia, giusto?
Dawson: No,
non l'ho frequentata. Uhm, Woody Allen si ritirò dalla N.Y.U.
Quindi, voglio dire, si tratta solo di quanto tu voglia
imparare.
[La campanella suona, ed i ragazzi lasciano l'aula e lo
studente che gli ha fatto le domande si ferma e aspetta che
tutti i suoi compagni siano usciti.]
Studente
2: Ha un minuto o 18?
Dawson:
Uhm, si. Certo. Scusa. Come ti chiami?
Studente
2: George.
Mi piacerebbe mostrarle il mio film. Spero non le dispiacia.
Il prof. Gold ha detto che potrebbe essere una buona idea.
Prof. Gold: Cose personali.
Dawson:
Mi piacerebbe. Ti dico una cosa. Dammi 10 minuti, e poi noi,
uhm, lo guarderemo qui ... se per il Sig. Gold è d'accordo.
[Dawson guarda il professor Gold, il quale fa cenno di sì con
la testa.]
Studente
2/George:
Fantastico. Ehi, la ringrazio Sig. Leery.
Dawson:
La prego non mi dica che mi ha appena chiamato signore.
Prof. Gold: A proposito, il mio nome è Ben.
Dawson: [Ride]
E' un ragazzino-- George. Lui pensa di sapere molto. Deve essere
difficile da tenere a bada in classe.
Prof. Gold: Dawson, ho aspettato sei anni che tu
facessi quest'esperienza e ne è valsa la pena. Grazie ancora.
07. INTERNO. STANZA DI HARLEY - POMERIGGIO
[Harley è seduta sul letto che scrive su un blocchetto
degli appunti, mentre ascolta la radio ad un volume piuttosto
alto, quando Joey apre la porta, entra e spegne la radio.]
Harley: Ohh, per favore non farlo. Riesco a sentire me
stessa pensare quando c'è silenzio. E' ciò mi fa paura.
Joey:
Anch'io avrei paura, se dovessi scrivere un compito che tuo
padre volesse leggere quando ritorna a casa. Infatti, la
stessa cosa mi ha spaventato tante volte. A che pagina sei
arrivata?
Harley: E' tutto qui.
[Harley si indica la testa con il dito.]
Joey:
Giusto. Harley, dobbiamo collaborare. Insomma, tuo padre non
sarà più buono con te se continui ad esasperarlo.
Harley: Perché ti importa così tanto?
Joey:
Beh ... quando lui perde il controllo su di te, sente il
bisogno di esercitare il suo potere su tutti gli altri. Quindi
... tu sei una ragazza intelligente. Voglio vedere
un'introduzione tra mezz'ora.
Harley: Come sai che sono intelligente?
Joey:
Perché sei già annoiata dalla vita. E la cosa peggiorerà se
trascorri i tuoi anni adolescenziali rinchiusa qui. Quindi
fallo adesso.
[Joey esce dalla stanza e chiude la porta, Harley accende la
radio col telecomando ed alcuni secondi dopo si apre un'anta dell'armadio ed
un ragazzo esce fuori.]
Harley: Astuto, Patrick. Davvero astuto.
Patrick: Scusa.
Mi sono un po' sovra eccitato là dentro con tutte le tue cose
da ragazza.
Harley: Là dentro ho una giacca a vento, idiota.
Patrick: Profuma
di ragazza.
[Lui salta nel letto e inizia a baciarla, quando Joey entra
dentro va verso la radio e la spegne.]
Joey:
Io tuttavia devo fare—
[Joey si volta verso Harley e vede Patrick.]
Harley: Lui è Patrick. E' il mio ... compagno di
studi.
[Joey li fissa incredula.]
08. INTERNO. SALA D'ATTESA DELL'OSPEDALE DI CAPESIDE -
POMERIGGIO
[Pacey è accanto al distributore automatico, mentre Doug è
seduto in una delle sedie di fronte alla tv.]
Televisione: E come potete vedere ... potete fare
questo. Io lo metterò nella mia macchina e ... [Il pubblico
urla] in 18 minuti cuocerete una lombata di maiale...
[Pacey si avvicina a Doug con in mano due tazze di caffè.]
Pacey:
Ecco del caffè.
Televisione: ... oppure un roast beef. Ok. Ecco la
lombata di maiale arrosto. Qui in alto ... guardate qua.
Abbiamo delle patate e dei fagioli. Con il consumo di soli 1.200
watts...
[Doug prende il caffè e Pacey si siede accanto a lui.]
Doug:
L'hanno trasferito.
Pacey:
Si. Sono andato e gli ho procurato una camera privata.
Doug:
Hmm, buon lavoro. Come hai fatto, gli hai passato 20 dollari?
Beh, immagino che questo sia l'unico modo per risolvere tutto.
Pacey:
Doug, mi dispiace. Mentre venivo qui ero preoccupatissimo nel
pensare alle varie possibilità e ... apprezzo il fatto che tu
sia rimasto qui tutto il giorno. Mi dispiace, amico. Ero solo
un po' nervoso.
Doug:
Dovresti provare a fare la colazione con papà e vederlo
stringersi il petto e cadere a terra. Voglio dire, l'hai mai
visto abbassare la guardia un singolo giorno della tua vita?
Pacey:
No. No. Affatto. Ed è probabilmente per questo che sono così
spaventato. Voglio dire ... ho trascorso così tanto tempo a
farmi capire da quel vecchio quando ero al liceo, ho
dimenticato che infondo aveva dei veri sentimenti.
Doug:
[Sospira]
[I due rimangono seduti in silenzio.]
09. INTERNO. SALA DA PRANZO DI CASA HESTON - POMERIGGIO
[Harley e Patrick sono seduti al tavolo, mentre Joey passa ai
due dei libri e le loro borse.]
Joey: Ok, Patrick--
se questo è il tuo vero nome-- vediamo cosa hai capito.
Certamente puoi aiutare Harley con la sua piccola lacuna in
Letteratura Americana visto che sei il suo fidato compagno di
studi.
Patrick:
Uhm, a dir la verità non sono nella sua classe.
Joey: Oh,
sono scioccata.
Patrick: Heh.
Harley: Ascolta, Joey, ho capito. Ragazzo in
camera--male. Non è che fossimo in mutande o qualcosa del
genere, ok?
Patrick:
Si, insomma, una ragazza come te una volta o due deve aver
infranto le regole. Sai cosa voglio dire?
Joey: No,
a dir la verità non so cosa vuoi dire.
[Harley guarda Patrick mentre cerca di flirtare con Joey e lo
fissa incredula, ma lui non se ne accorge. Poi Joey si siede
di fronte a loro.]
Patrick:
Ascolta, Josephine, uhm, non avevo l'intenzione di crearti dei
problemi. E non voglio entrare nel mezzo di qualsiasi legame che tu ed Harley avete. Sono sicuro che tutti e tre
possiamo collaborare.
Joey:
Ed ho paura che non sia nel modo in cui credi tu.
Patrick: Harley...
è chiaro che abbia creato un po' di tensione. E rispetto la
responsabilità che ha questa donna ha assunto nella tua vita.
Joey:
Esattamente quanti anni credi che io abbia?
Patrick:
Beh, non tanto grande quanto saggia. Sembri essere una persona
senza tempo. Addolorata dal mondo, ma grazie a questo più
bella.
[Harley alza lo sguardo e inizia ad arrabbiarsi.]
Joey:
Questo è molto profondo. Sfortunatamente per te, conosco i
tipi come te, e tu sei innocuo. Quindi, tu rimani qui per il
resto della serata a studiare ... per davvero.
[Harley e Patrick aprono i loro libri e cominciano a
studiare.]
10. INTERNO. SALA D'ATTESA DELL'OSPEDALE DI CAPESIDE - SERA
[Pacey è accanto ad un telefono pubblico, toglie fuori una
piccola rubrica telefonica e inizia a comporre un numero. Dopo un paio
di squilli si sente la voce di Joey.]
Joey:
[Segreteria telefonica] Ciao, sono Joey. Mi dispiace non posso
risponderti. Per favore lascia un messaggio.
[Pacey sta per parlare quando Doug si avvicina a lui.]
Doug:
Ehi, Pace, è sveglio. Ora possiamo entrare.
[Lui riaggancia il telefono senza aver lasciato alcun
messaggio.]
11. INTERNO. CAMERA DEL SIG. WITTER ALL'OSPEDALE DI
CAPESIDE - SERA
[Il Sig. Witter è sdraiato sul letto, mentre il dottore è
accanto a lui che gli parla controllando la cartella clinica
che ha in mano.]
Dottore: Si tenga in esercizio. Può anche iniziare a
fare delle flessioni.
Sig. Witter:
Ehi, ragazzi.
Dottore: Ah, questo deve essere l'altro suo figlio,
Sig. Witter.
Sig. Witter:
Si, dottore questo è Pacey. E' quello di cui le stavo
parlando.
Pacey:
Si, sono io, la pecora nera. Piacere di conoscerla, dottore.
Dottore: A dir la verità, tuo padre stava parlando in
continuazione di quanto sia orgoglioso di te.
Sig. Witter:
Si, chi l'avrebbe pensato? E' cambiato in meglio.
Uno di questi giorni si prenderà cura di tutti noi.
Pacey: [Ride]
Si. Ad ogni modo, come ti senti? Stai bene?
Sig. Witter:
Grazie per essere venuto, Pace. Significa molto per me. So
quanto tu sia impegnato.
Dottore: Non ho intenzione di interromperla, ma lei è
ancora molto debole, Sig. Witter. Un ragazzo alla volta, va
bene?
Pacey:
Beh, io posso rimanere fuori fino a quando siete pronti.
Sig. Witter: No, Pace.
Voglio che tu rimanga. Avanti, siediti.
Doug: Ok.
Va bene. Sai, sono stato qui tutto il giorno, giusto? Quindi,
uhm ... ehm.
Sig. Witter:
Grazie, Dougie.
[Doug esce dalla stanza visibilmente risentito, e Pacey si
siede accanto al letto.]
Pacey:
Va bene.
Sig. Witter:
Uhm, sei venuto in auto?
Pacey:
Si, si, sono venuto qui il più in fretta possibile.
Sig. Witter:
Uhm, non c'era molto traffico?
Pacey: No.
Chi viene a Capeside?
Sig. Witter:
Si, beh, tu l'hai fatto. Grazie. Lo apprezzo.
12. INTERNO. AULA DEL PROF. GOLD - GIORNO
[Dawson e George sono seduti di fronte al computer che stanno
guardando il film di George. Quando il film finisce George lo
spegne, e si volta verso Dawson, il quale è seduto accanto a
lui in silenzio, senza sapere cosa dire.]
Dawson: [Sospira]
George:
Grazie. Grazie mille.
Dawson:
Per cosa?
George:
Il suo silenzio dice tutto.
Dawson: Heh.
Senza offesa, George, ma tu non mi conosci abbastanza per
sapere cosa significa il mio silenzio.
George:
Secondo il Sig. Gold, significa che lei sta cercando di
formulare nel miglior modo possibile come sviscerarmi.
Dawson:
Che cosa ha detto?
George:
Perché non mi parla del film?
Dawson:
Va bene, ascolta. Io ... io sono nuovo a queste cose. Voglio
dire ... heh. Hai idea di quanto sia bizzarro tornare al tuo
vecchio liceo e cercare di dire qualcosa di profondo sulla
vita là fuori?
George:
Nessuna offesa e altri obblighi, ma io sono tanto inadeguato a
psicanalizzare il suo paralizzante dubbio quanto lei a quanto
pare si sente di esserlo per criticare il mio film. E mia
madre serve la cena alle 6:00, quindi ...
Dawson:
Sto temporeggiando, George, perché non so cosa dire, va bene?
Non so cosa dirti. Voglio dire, continua così. Sai, il tuo
film è buono. E' davvero buono. Si, hai delle cose da
imparare. Insomma, lo sai ... probabilmente dovresti avere
fiducia in te stesso quando decidi le inquadrature. Hai
bisogno di lavorare con continuità, ma oltre a questo, voglio
dire ... le cose importanti-- le cose che non puoi insegnare--
sono ... sono là.
George:
Quindi sono un genio innato. Non c'è nient'altro per me in
questi corridoi antiquati?
Dawson:
Tu somigli molto a me stesso quando avevo la tua età.
George:
Si. Il Sig. Gold ha detto anche quello.
Dawson:
Davvero? Beh ... ricorda questa sensazione. George, ricorda
come è fare film su qualcosa che hai amato. Di avere la
presunzione di farlo a modo tuo, di controllare la tua
visione, di tenerla. Voglio dire, questo ... [Sospira] questo
mi manca.
George:
Si. Lei ha una specie di puzza di talento bruciato addosso. E'
spaventoso.
Dawson:
Si, ne sono il manifesto. Esci da qui prima che te lo contagi.
[George afferra i suoi libri, si volta per andarsene ma si
ferma sulla porta.]
George:
Ho pensato fosse buono ... "Creek Days". Molto
sdolcinato con della musica banale e tutto il resto, ma non
troppe persone hanno più un cuore. Quello non può perderlo,
giusto?
Dawson:
Spero di no. Va bene. Rimani a scuola, segui le regole e non
praticare sport.
13. INTERNO. CAMERA DEL SIG. WITTER ALL'OSPEDALE DI
CAPESIDE - SERA
[Pacey è ancora seduto accanto al letto del padre, e i due
stanno ancora chiacchierando.]
Sig. Witter:
Ad ogni modo, incolpo tua madre, Pacey. Lei ha questo nuovo
libro di ricette: "Il bacon fa girare il mondo".
[Ride]
Pacey:
Beh, immagino che questo non sia il peggior concetto che abbia
mai sentito.
Sig. Witter:
Lo è quando il bacon è sopra la crostata di mele. [Ride]
Penso che lei stia cercando di uccidermi. Il che è molto
divertente perché tu sei l'unico della famiglia che ha dei
soldi. [Ride]
Pacey:
Sai, questa faccenda è seria. Voglio dire, se hai dei
problemi cardiaci, papà, devi davvero farci attenzione.
Sig. Witter:
Calmati. Non è nulla. E' solo un po' di aritmia accelerata.
Dannazione, probabilmente hai la stessa cosa. Non so come
mai tuo fratello sia così preoccupato.
Pacey:
Beh, penso che tu l'abbia fatto un po' spaventare. Lui ha
detto che sei caduto malamente.
Sig. Witter: Ah,
sta drammatizzando tutto. Ha bisogno di uscire di più. Ha
bisogno di farsi una vita come te. Ascolta, non può essere
una cosa buona che tu stia così lontano dall'ufficio.
Pacey:
Beh, sono sicuro che date le circostanze capiranno.
Sig. Witter:
Che mi dici dei tuoi clienti?
Pacey:
Tu sei mio padre.
Sig. Witter: Heh.
Faresti davvero qualsiasi cosa per me, vero? Anche dopo tutto,
tu sei ancora ... tu sei cresciuto per essere un bravo
ragazzo, Pacey. Ho sempre saputo che lo saresti stato. Te
l'avrei dovuto dire più spesso.
Pacey:
Beh, forse non ti ho sempre ascoltato.
Sig. Witter:
Si.
[Pacey stringe la mano al padre.]
14. INTERNO. SOGGIORNO DI CASA HESTON - SERA
[Joey, Harley, e Patrick stanno studiando. Harley sta
digitando qualcosa sul suo computer portatile, Joey sta
leggendo un libro seduta in una poltrona di fronte a loro, invece, Patrick è
seduto accanto ad Harley che fissa Joey. Harley alza lo
sguardo e si capisce che è molto arrabbiata.]
Patrick: Joey,
ho notato che stai leggendo Don DeLillo. 'White Noise [Rumore
Bianco]' è uno dei miei libri preferiti. Sul serio.
Joey:
E quando nei tuoi quindici anni sei riuscito a leggerlo?
Patrick:
A dir la verità ho sedici anni. Sembro più giovane di quanto
sia. Ho preso la patente. Vuoi vederla?
Harley: Vorresti per cortesia stare zitto? Sto cercando
di scrivere.
Patrick: Oh,
scusa. Joey ed io possiamo andare in un'altra stanza se
preferisci.
Joey: No,
non possiamo.
Harley: Patrick, perché non te ne vai?
Patrick:
Che problema hai?
Harley: Ohh, c'è bisogno di chiederlo? Ti avevo
chiesto di venire per studiare.
Patrick:
Entrambi sappiamo che—
Harley: Ok, va bene. Non importa. Ti avevo chiesto di
venire per stare con me, non per sbavare sulla mia babysitter.
Hai idea di quanto sia da maleducati?
Patrick:
Non riesco a credere che tu abbia ancora bisogno di una
babysitter.
Harley: Quando i tuoi genitori vanno fuori città, non
ti fanno stare da Johnson?
Patrick:
Si, ma solo per fini di sicurezza.
Harley: Si, quindi non soffocarti accidentalmente con
la tua saliva.
Joey: Ok.
Questo è abbastanza per entrambi. Possiamo dimenticare tutto
e continuare?
Harley: Oh, facile per te, Elena.
Joey:
Scusami?
Harley: Sai, la donna che fece salpare migliaia di navi
e via dicendo. Colei che fece irritare il popolo e poi si mise
a lavorare a maglia da qualche parte in solitudine.
Joey: Ok.
Credo che tu stia mischiando i poemi epici.
Harley: Il punto è che il mio ragazzo sta palesemente
flirtando con te.
Joey:
Lo definiresti davvero in questo modo?
Patrick:
Da quand'è che sono il tuo ragazzo?
Harley: Ugh! In questo istante ti sto odiando
tantissimo. Ti odio con l'ardente passione di un migliaio di
STDs.
[La sigla STDs sta ad indicare "Sexually Transmitted
Diseases" ossia "Malattie trasmesse
sessualmente".]
Patrick:
Noi non ne abbiamo mai parlato.
Harley: No, e come
avremo potuto? Ogni volta che cerco di essere seria con te, tu ti trasformi in uno scherzo della natura e fai delle cose
come questa.
Patrick:
Ad esempio?
Harley: Fissare Joey tutta la sera. Sputtanarmi in
classe quando entrambi arrivavamo in ritardo. Non accettare di
andare al ballo con me fino a quando Lauren Riley ti ha detto
di no.
Patrick: Ok.
La questione della classe era solo perché stavo cercando di
salvarti la reputazione. E la questione Lauren era puramente
difensiva. E ... avevo paura. Non lo so. Stavo solo ...
mantenendo le possibilità aperte.
Harley: Possibilità. Si, beh, toglimi dalla tua lista
di possibilità. Questo dovrebbe rendere le cose molto più
facili per la tua torturata e stupida anima.
[Harley corre fuori dal soggiorno e dopo un po' si sente il
rumore di una porta sbattere.]
Patrick:
Probabilmente non avrei dovuto dire quella cosa sulle
possibilità.
Joey:
Tanto per cominciare.
15. ESTERNO. DI FRONTE ALL'OSPEDALE DI
CAPESIDE - SERA
[Pacey esce fuori e finalmente trova Doug.]
Pacey:
Ehi, eccoti qua. Dougie, papà ora è pronto per vederti.
Doug:
Si, va bene.
Pacey:
Uhm, a dir la verità, l'infermiera ha detto che l'ora delle
visite finirà fra venti minuti, quindi ti conviene fare in
fretta.
Doug:
Lui ha chiesto di me?
Pacey:
Cosa, del tipo che lui mi ha mandato qui a cercarti? Doug,
stiamo parlando di nostro padre, non del Re dell'Inghilterra.
Lui sa che entrambi siamo qui per vederlo.
Doug: Heh.
Mi piace l'ammontare di conoscenza che hai acquisito su papà
in quest'ora che sei stato con lui. Stai lanciando citazioni
paterne come se stessero andando fuori moda.
Pacey:
Beh, sei sempre stato tu quello più attento all'alta moda—
Doug:
Non iniziare nemmeno, Pacey, almeno per una volta. Voglio
dire, lo so che sei nel giro da quando il caro vecchio papà
ti ha dato l'assenso—
Pacey: Ok,
aspetta. E' di questo che mi vuoi parlare? Perché, dal mio
punto di vedere le cose, tu ed io siamo due fratelli che
cercano di prendersi cura della propria famiglia.
Doug: No, Pacey.
Io sono quello che si prende cura della famiglia. Io sono
quello che si prende cura della famiglia da anni.
Pacey: Oh,
allora, Doug, non permetterti di fare il virtuoso con me. Tu
non puoi spadroneggiare il tuo risentimento su di me perché
quella è stata una tua scelta.
Doug:
Si, mi capita di fare delle scelte. So che questo è un
concetto estraneo per qualcuno che si divertono con le
carriere musicali.
Pacey:
Come siamo arrivati a questo punto? Sto invadendo il tuo
territorio o roba simile? Tu sei l'unico membro della famiglia
a cui è permesso essere premuroso e compassionevole? Cosa ti
aspetti che faccia, Doug? Che mastichi un sigaro dall'altra
parte del telefono e strappi un assegno per il funerale di
quell'uomo? Io sono un membro di questa famiglia.
Doug:
Si, quando ti conviene. E' stato così ultimamente per te,
vero? Ti fai vivo qui con i tuoi regali costosi. Tu getti del
fumo negli occhi di tutta la famiglia Witter. E poi vai via. E
tutti se ne dimenticano.
Pacey:
Dimenticano cosa? Che io sono il fiasco di questa famiglia? E
che non sarei mai dovuto maturare? Che a me non è
permesso avere delle cose?
Doug: Oh, no,
tutti noi vogliamo delle cose, Pacey. Credimi, tutti noi
vogliamo delle cose. Nessuno te lo nega.
Pacey:
Allora cosa? Non si suppone che io debba averle. Quindi, in
definitiva, non si tratta di nostro padre. Questo è patetico,
Doug, considerate le condizioni in cui quell'uomo si trova
in questo momento. Si tratta del fatto che tu vuoi vedere la
mia faccia ogni giorno e sapere che sei ancora il bravo
figliolo, che tu sei il leader. Beh, tutto questo è penoso.
Dougie, mi mancano i battibecchi giornalieri tanto quanto te,
ma prima o poi dovevo andarmene.
Doug: Pacey,
non rendere questa cosa come una celebrazione della tua
partenza da Capeside.
Pacey:
Non è così. Ascoltati quando parli. Sono venuto qui per
vedere te e per vedere lui. E sai una cosa? Lui lo sa, e lo
apprezza. Forse è persino felice di sapere che il figlio che
ha ignorato per gran parte della sua vita non gli porterà
rancore fino al giorno della sua morte. Anche se strano,
questa potrebbe persino essere una bella cosa.
Doug:
Si, sai una cosa? Questa è una bella cosa, Pacey. [Sospira] Heh!
E' tutta tua, fratellino. Sai una cosa? E' tutta tua. Goditela
finche dura.
16. INTERNO. DI FRONTE ALLA PORTA DELLA STANZA DI HARLEY -
SERA
[Joey e Patrick sono di fronte alla porta, e Joey comincia a
bussare e dalla stanza si sente provenire della musica a
volume altissimo.]
Joey: Harley,
avanti. Stai ingigantendo la cosa oltremisura.
[Joey lancia un'occhiataccia a Patrick.]
Patrick: [Sospira]
Si, avanti, Harley. Questa probabilmente non sarà l'ultima
volta che ti farò arrabbiare. Inteso nel miglior modo
possibile.
Joey:
Hai mai avuto una ragazza?
Patrick:
Ho sbagliato? A lei piace quando litighiamo.
Joey:
Forse perché questa è l'unica forma di comunicazione che
sembri conoscere.
Patrick:
Conosco anche altre forme ... credo. Ascolta, Joey, è molto
più intelligente di me. Con lei una volta ho tentato con il
cosiddetto
modo tradizionale, e non è stato bello. Io le facevo dei
complimenti e mi sentivo tutto sudato. Ero un completo
disastro.
Joey:
Sai, nonostante quello a cui sei stato abituato a credere, i
palmi della mano sudati eccetera, in realtà sono abbastanza
teneri. [Bussa alla porta] Harley!
Patrick:
Si, sono teneri per cinque secondi. E poi lei guarderà Peter Garran
e lui la impressionerà con la sua indisponibilità e
singolare altezza, e io andrò nel dimenticatoio. Se continuo
con questa sgarbataggine spiritosa, per lo meno sarò quello
simpatico.
Joey:
Questo è vero. Oh, mio Dio. E' vero. Voi ragazzi siete tutti
uguali.
Patrick: Joey,
tu provi-- tu provi della colera. Tu sei stata ferita. Forse
hai perso qualcuno.
Joey:
Nel caso non l'avessi notato, lo stesso vale per te. [Bussa
un'altra volta] Harley!
Patrick:
Non potrei mai avere per le mani un petardo come lei. Forse ho
bisogno di qualcuna più posata nei suoi modi. Una donna più
matura, se sai cosa voglio dire.
Joey:
Tu ed io? Non succederà. E, ascolta, Harley è una ragazza
molto sfacciata, e se è intelligente, non ti rivolgerà mai
più la parola.
Patrick:
Tu mi uccidi Joey.
[Lui tenta di affascinarla, ma non funziona.]
Joey:
L'unica cosa che voglio fare è darti alcuni consigli. Vattene, adesso. Non menzionarmi mai più. Vai a casa a
strimpellare con la tua chitarra o qualunque cosa tu faccia, e
poi escogita un fantastico gesto per riconquistarla. E non
pensare mai che ci sia solamente un giorno in cui tu puoi
smettere di fare questo genere di cose, perché la cosa
peggiore che un ragazzo può fare è rinunciare alla preda. E
Patrick, Patrick! [Lui le sta fissando il seno] Patrick... sii
realistico. Se io non fossi una brava ragazza, ti avrei riso
in faccia e ti avrei chiamato matricola nell'istante stesso in
cui ti ho conosciuto.
Patrick:
Allora perché non l'hai fatto?
Joey:
Perché mi ricordi qualcuno che conosco. Adesso esci da qui
prima che mi ricordi tutto quello che mi fece arrabbiare di
lui quando avevo la tua età.
Patrick:
Noi non ci parleremo ma più—
Joey:
Lo so. Sto piangendo dentro. Addio, matricola.
[Lui va via e Joey continua a bussare alla porta.]
Joey: Harley.
Avanti, sono io. Per favore?
17. INTERNO. CAMERA DEL SIG. WITTER ALL'OSPEDALE DI
CAPESIDE - SERA
[Il Sig. Witter sta guardando la TV mentre Doug è seduto su
una sedia accanto a lui che legge il giornale. Pacey bussa
alla porta, poi entra e il Sig. Witter spegne la TV e sembra
felice di vederlo.]
Pacey:
Ehi.
Sig. Witter:
Ehi.
Pacey:
Volevo fermarmi un altro po' prima che chiudano bottega, per
vedere come stavi.
Sig. Witter:
Vorrei poter bere dello scotch. [Ride] Oltre a questo,
sto bene.
Pacey:
Beh, stavo pensando che forse potrei fare un salto domani
mattina. Prima di tornare a Boston se ti va bene.
Sig. Witter:
Si.
Pacey:
E, uhm, Dougie, ci vediamo a casa.
Doug:
Si, forse.
Pacey:
Ehm, buonanotte, ragazzi.
Sig. Witter:
Uhm, Pacey... grazie per avermi preso una camera privata.
Pacey: No,
non sono stato io. E' Doug che si è occupato della camera. E'
stato bello rivederti, papà. Stammi bene.
18. INTERNO. STANZA DI HARLEY - SERA
[Harley è seduta sul letto, che ascolta la radio, quando Joey
entra dentro.]
Joey: Harley!
[Joey spegne la radio.]
Harley: Spero di non aver fatto da guastafeste questa
sera. Sembra che voi due vi stavate divertendo alla grande.
Joey:
Tu ed io ci conosciamo a malapena, giusto?
Harley: Si, ma chi se ne importa.
Joey:
Io non andrei mai dietro al tuo ragazzo. Non è onesto.
Harley: Ok, ascolta. Lo so che tu non andresti dietro a
Patrick. Tu sei una ragazza modello eccetera eccetera.
Joey:
Lui non mi è venuto dietro. Lui stava solo ... facendo quello
che loro fanno, cioè testare i limiti.
Harley: L'ho capito, Joey. So che per metà del tempo
Patrick mi stava mettendo alla prova. Tanto per iniziare
quello che non capisco è perché metta alla prova qualcosa
che è già traballante? Voglio dire, lui ha iniziato a
incasinare la mia psiche prima che scoprissimo se stavamo
insieme o no. E' stato così difficile anche per te al liceo?
Joey:
Certo. Voglio dire, ma ripensandoci ora tutto è
ridimensionato. Sai, adesso tutti i problemi che Pacey ed io
avevamo sembrano insignificanti, e tutti gli ostacoli che
Dawson ed io abbiamo superato sembrano inutili.
Harley: Caspita, quanti ragazzi hai avuto?
Joey: Heh,
non è così piccante come sembra.
Harley: Beh ... va bene, allora come posso saltare la
parte di mezzo? Che so, se tu potessi dire alla te stessa di
allora qualcosa, cosa sarebbe?
Joey: [Sospira]
Ultimamente mi sono chiesta perché le cose erano diverse.
Sai, perché io riesco a parlare ad Eddie senza essere
spaventata. E, sai, quando hai sedici anni, molte scelte sono
motivate dalla paura. Del tipo, una mossa sbagliata e il mondo
finisce. E forse è così. Forse si tratta solo ... non lo so,
di fare un respiro profondo e perdonare te stessa per gli
errori di ieri. Sai, domani entrerai a scuola, e vorrai dare
un pugno in faccia a Patrick, ma lui potrebbe dire qualcosa
che ti farà cambiare idea. Ascoltalo, Harley. Quindi ... non
aver paura di andare avanti.
Harley: Se tutto questo è per via di Eddie, perché
non lo segui dall'altra parte del paese?
Joey: [Ride]
Non si tratta solo di lui. Si tratta di me e ... di
quello per cui sono pronta.
Harley:
Per cosa sei pronta?
Joey:
Questi, ragazzina, non sono affari tuoi. Tuo padre sta per
rientrare a casa ed io non penso di averti visto scrivere un
saggio durante tutto questo melodramma.
Harley: Ok, ok. Oddio, quando finirà mai questa
battaglia? Insomma, stai diventando altamente antipatica.
[Joey prende il telecomando e riaccende la radio, ed esce
dalla stanza.]
Joey:
Mai. Sto mettendo a punto le mie abilità da odiosa. Sbrigati!
19. ESTERNO. DI FRONTE A CASA LEERY, CAPESIDE - SERA
[Pacey
parcheggia la sua auto e poi va verso il portico, quando sta
per bussare alla porta, da dietro la casa arriva Dawson con in
mano della legna da ardere.]
Dawson: Pacey?
Pacey: Dawson.
Ehi, che ci fai qui, amico?
Dawson:
Uhm, è una lunga storia. Al momento, sto portando dentro
della legna da ardere. Tu cosa ci fai qui?
Pacey:
Uhm... beh, ero in città, così volevo far visita a tua
madre, e vedere come stanno procedendo le riparazioni.
Dawson: Wow,
questo è... grazie.
Pacey:
Si.
Dawson:
Va tutto bene?
Pacey:
Si, io sto bene, ma oggi ho fatto visita a mio padre in
ospedale.
Dawson: Oh,
mio Dio. Sta bene?
Pacey:
Si, si riprenderà. E' stato per via delle condizioni del suo
cuore, ma uscirà domani mattina, quindi starà meglio. Ma,
uhm, sai ... non importa quanto forte pensi sia tuo padre,
uhm, è un po' sconcertante vederlo sdraiato là così
vulnerabile.
Dawson:
Si. Può sconvolgere il tuo mondo.
Pacey:
Si. E questo probabilmente mi ha fatto pensare a te. E ...
forse è soprattutto questo che mi ha portato qui. E solo che
... io ... io non ero pronto, sai. Io-- [Ride] E' la prima
volta dopo tanto tempo che io-- io volevo accoccolarmi e
tornare bambino e lasciare che se ne occupi qualcun'altro.
Dawson:
So cosa intendi. Non so quando questo sia accaduto. Quando io
sono diventato colui che si assicura che la casa si
abbastanza riscaldata, e tu quello che si preoccupa delle
riparazioni.
Pacey:
Non lo so, ma qualche volta mi sento come se avessi recitato
una parte, sto indossando un abito elegante da così
tanto tempo, che ... potrei aver dimenticato come ci sono
arrivato.
Dawson:
Si. So che a te capita più spesso che a me, ma oggi un
ragazzino mi ha chiamato signore.
[I due si mettono a ridere.]
Dawson:
Ma che diamine?
Pacey:
Lo so. E' strano. Ogni volta che sento "Sig.
Witter", mi guardo alle spalle. Chi ti ha chiamato
signore?
Dawson:
Un ragazzino nella mia-- stavo quasi per dire un ragazzino
nella mia classe. Oggi sono stato al Capeside High.
Pacey:
Cosa, nei tuoi pensieri?
Dawson:
[Ride] Quasi. Uh, no. Sono andato a parlare alla classe di
cinematografia del Professor Gold.
Pacey:
Ma dai. [Ride] Davvero? Heh! Immagino sia questo che la
gente chiami tornare al punto di partenza, huh?
Dawson:
Si. Si, ci sono stato. Dovevo parlare di dove mi trovo adesso
e delle attrattive del vero mondo e roba simile, ma ... è
stato strano, Pace. Oggi ho guardato il film di questo
ragazzo, e tutto quello a cui riuscivo a pensare era "Non
so niente". Oppure lo sapevo, e lo perso da qualche parte
lungo la strada.
Pacey:
Si, so cosa intendi. Uhei. [Ride]
Dawson:
Essere qui ... essere al liceo, con tutti quei fantasmi che mi
circondano, voglio tornare indietro. Voglio riniziare tutto
daccapo, fare le cose nel modo giusto.
Pacey:
Si. Si. Mi piacerebbe tornare indietro nel tempo ... ma non
vorrei averlo così come era. [Sospira] Voglio solo
individuare quel momento della vita in cui tutto è andato
storto.
Dawson:
Penso che per sia stata la pubertà.
Pacey:
Anch'io quella la salterei. Ma se tu non avessi avuto tutti
quei tuoi grandi amori nella tua vita, non avresti qualcosa su
cui fare film.
Dawson:
Vero. Invece adesso che ho preso abbastanza distanza e che
posso realmente dire qualcosa sugli amori della mia vita, non
posso permettermi di fare film.
Pacey:
Permetterti? Queste sono le persone a cui io vado incontro,
amico mio. Avanti. Io sono un mago dell'alta finanza.
Dawson:
Giusto, giusto, giusto. Io sono il tipo di persona che tu
cerchi.
Pacey:
[Ride]
Dawson:
I perdenti sentimentali con dei sogni da 10 centesimi.
Pacey:
Diciamo 10.000, ma chi li conta, giusto?
Dawson:
Scusi, ma-- mi sta spaventando, Sig. Witter.
Pacey:
Va bene, possiamo parlarne un'altra volta, signore.
Dawson:
Ascolta, ho appena fatto del caffè, ti va di entrare dentro e
sederti per un po', è stata una giornata lunga.
Pacey:
Si. Si, mi piacerebbe, amico.
[I due entrano dentro casa.]
20. INTERNO. STANZA DEL DORMITORIO DI JOEY ED AUDREY -
SERA
[Joey
entra dentro la stanza, appoggia la borsa, si toglie il cappotto
e lo appoggia su una poltrona. Poi si
distende sopra il letto e fissa il soffitto. Dopo un paio di secondi,
prende il telefono, compone un numero e poi sentiamo la voce
di Pacey nella segreteria telefonica del suo cellulare.]
Joey: [Sospira]
Ciao, sono io. Allora, pensavo di avere una risposta quando ho
alzato la cornetta, ma non è così. E allora ho pensato mi
sarebbe venuto in mente qualcosa mentre parlavo, ma--eh-- non
ho avuto fortuna. Uhm ... Pace ... penso che il problema
consista nel cercare di capire questa faccenda
da soli. Io-- io penso che forse dovremo ... farlo insieme,
sai? E ... sai come si dice se potresti rifare tutto da capo,
cosa cambieresti? Beh ... io probabilmente cambierei molte
cose ... ma sono anche molto fortunata ad averne
l'opportunità. E ... immagino che quello che stia cercando di
dire è che quando non ti guarderò ripensando a tutto quello
che è successo. Io ... io ti guarderò e penserò a quello
che potrebbe succedere. Chiamami. Ciao.
[Fine dell'episodio.]
Traduzione
Dawson's Friends Italia
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